Le associazioni europee del settore calzaturiero di Spagna, Italia e Portogallo hanno risposto all'introduzione di un nuovo dazio del 10% sulle merci esportate negli Stati Uniti dai paesi europei, scrive Footwearnews.com.
Imanol Martinez, direttore del marketing e dello sviluppo commerciale internazionale presso la Federazione dell'industria calzaturiera spagnola (FICE), ha dichiarato questa settimana a FN in una e-mail che gli aumenti dei dazi sono una cattiva notizia per le calzature europee: le vendite iniziali di questa stagione sono diminuite di circa il 20% e la FICE teme che molti dei contratti già firmati non saranno rispettati, con una perdita di un altro 10% di affari.
Giovanna Ceolini, presidente di Assocalzaturifici, l'associazione nazionale dell'industria calzaturiera italiana, ha affermato che l'imposizione di nuovi dazi negli Stati Uniti è una "questione critica", poiché le esportazioni di scarpe italiane sono diminuite del 4,9% nel 2024 rispetto all'anno precedente, attestandosi a 1,388 miliardi di euro. "La crescita, che è ancora più pronunciata nei paesi asiatici, mette a rischio intere catene di fornitura dei marchi: [le aziende orientate ai volumi] cercheranno nuove direzioni, esercitando ulteriore pressione sui prezzi nel mercato europeo, soprattutto nei segmenti del mercato di massa e di prezzo medio", afferma.
Paulo Gonçalves, direttore dell'associazione portoghese delle calzature APICCAPS, ha affermato che il Portogallo non rinuncerà alle esportazioni verso gli Stati Uniti. Negli ultimi 10 anni, le esportazioni portoghesi verso gli Stati Uniti sono raddoppiate, raggiungendo quasi 2024 milioni di euro entro la fine del 100. "Sebbene esportiamo già oltre il 90% della nostra produzione in 170 paesi, consideriamo il mercato nordamericano un obiettivo strategico e fondamentale per l'industria calzaturiera portoghese nel prossimo decennio", ha aggiunto.
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